Per fortuna a Miami hanno altro con cui divertirsi, perché il Gran premio non ha raccontato nulla di clamoroso con due McLaren troppo superiori e una Ferrari capace a far parlare di se solo per i pasticci che riesce a combinare. Ringraziamo papà Max per aver opposto la massima resistenza possibile.
Dopo un weekend così imbarazzante una volta a Maranello sarebbero volati quadri, sedie e chissà cos’altro. Ci vorrebbe una macchina del tempo per tornare indietro…
10 a Oscar Piastri. Quarta vittoria in sei gare, un’ipoteca per il titolo come racconta anche la statistica: chi ha vinto 4 gare delle prime 6 di un Mondiale, poi ha sempre conquistato il titolo. L’uomo di ghiaccio resta impermeabile a ogni emozione e fila via.
9 a Max Verstappen. Ha resistito fin che ha potuto con un’auto decisamente inferiore. Non ha potuto resistere neppure a Russell (aiutato dalla Virtual al cambio gomme).
8 a George Russell che zitto zitto è salito ancora sul podio, risalendo l’onda alzata da Kimi.
8 anche ad Alex Albon che ha portato la Williams al quinto posto, ancora davanti al suo compagno Sainz che un anno fa spaccava il mondo in Ferrari.
7 a Kimi Antonelli. Grande spunto al via, poi un’inutile resistenza… Sfortunato al cambio gomme e sfavorito dalla Virtual Safety che ha dato una bella mano al suo compagno. Straordinario in qualifica (sprint e non solo) non dimentichiamo che è alla sesta gara della sua vita. Sta arrivando.

5 a Leclerc e Hamilton. Guidano una Ferrari imbarazzante che è improvvisamente diventata la quinta forza del campionato. Loro sono riusciti a litigare via radio per colpa di un muretto box impacciato e impreparato. Uno spettacolo indegno davanti all’amministratore delegato Vigna che dovrebbe chiedere chiarimenti a Vasseur per quello che sta accadendo.
4 a Lando Norris. Ha attaccato nel momento sbagliato giocandosi la vittoria alla prima staccata. Poi ci ha messo 4 giri a passare Verstappen mentre Piastri era stato decisamente più veloce per sbrigare la stessa pratica.
3 a Jack Doohan. Pronti via e ha rovinato la sua gara e quella di Lawson Che cominci a non reggere la pressione?
1 al meteo. Ci hanno promesso pioggia tutta la gara. Neppure una goccia. Sarebbe servita a ravvivare la noia di un dominio papaya che ha lasciato il più vicino a quasi 40 secondi.
0 a Fred Vasseur. Siamo passati dal dobbiamo capire di Mattia Binotto al dobbiamo cercare il potenziale di quest’auto. Dopo sei gare se sei ancora alla ricerca del potenziale della tua auto i casi sono due: o quel potenziale non c’è o a cercarlo ci sono degli incapaci. Scegliete voi.


